La basilica di San Giovanni Evangelista, posta tra viale Farini e via Carducci, nelle vicinanze della stazione ferroviaria, fu edificata negli anni immediatamente successivi al 424 per volontà di Galla Placidia. La leggenda narra che Galla Placidia fece costruire la chiesa dedicata al santo patrono dei naviganti per sciogliere un voto fatto durante una forte tempesta che aveva colpito la nave che da Costantinopoli la conduceva a Ravenna insieme alla figlia Onoria e al figlio Valentiniano, futuro imperatore di Occidente.
Nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, la basilica andò quasi interamente distrutta a causa di un bombardamento alleato (http://resistenzamappe.it/ravenna/ra_liberazione/bombardamento_chiesa_di_s_giovanni_evangelista), ma venne ricostruita seguendo l’impianto originale nei primi anni Cinquanta. La facciata della chiesa è rigorosa e in essa risalta il portale gotico collocato nel Trecento dai monaci Benedettini. I bassorilievi che decorano il portale rappresentano: il Redentore, l’evangelista Giovanni, Galla Placidia, San Barbaziano, l’arcangelo Gabriele e la Vergine annunziata. Durante il medioevo l’ingresso era preceduto da un quadriportico successivamente abbattuto. Il campanile a base quadrata risale al X secolo. Due delle quattro campane, chiamate la Marzia e la Dolorosa, sono tra le più antiche d’Italia, risalgono infatti al 1208 e furono realizzate dal celebre fonditore Roberto il Sassone. Le altre due sono state realizzate nel 1635 e nel 1693. Sul lato destro della basilica si trova il chiostro fatto edificare nel XVI secolo dai monaci Benedettini.
La chiesa è a tre navate divise da due ordini di dodici colonne. Lungo le navate laterali è possibile ammirare i resti dei mosaici pavimentali del 1213 che raffigurano episodi della Quarta crociata.